Firenze, alluvione del 1966, Basilica di Santa Croce …
“La via dell’amore …
l’unica che ha la forza
di trasformare la conoscenza
in … comprensione!”
“UN ANGELO IN SANTA CROCE” ‘esperienza intensa e istruttiva’, è una rappresentazione teatrale, itinerante, grazie alla quale siamo introdotti alla spiritualità francescana dei primi tempi mentre visitiamo alcuni ambienti del complesso monumentale di Santa Croce.
La trama racconta della scoperta di un diario nella biblioteca dei frati, da parte di Elia: il diario di suo padre, Francesco. Nel diario sono raccontati gli avvenimenti dei giorni successivi all’alluvione del 1966, perché Francesco era uno degli Angeli del fango.
La storia prende avvio dalla biblioteca dei Francescani, la Biblioteca di Santa Croce, simbolo della custodia della memoria collettiva in quanto scampata ai danni dell’alluvione. Qui l’anziano frate Bernardino consegna a Elia il diario.
Dal momento in cui Elia inizia a leggere il diario si trova in ‘quel 1966’ a rivivere l’esperienza del padre.
Leggere significa affrontare qualcosa che sta proprio cominciando a esistere…, scriveva Italo Calvino (1979). La lettura del diario rievoca periodi storici differenti: ci accompagna nel Medioevo, ma anche nel 1557, al tempo della grande alluvione che portò alla nota ristrutturazione del Vasari di quanto rimasto in Santa Croce.
Incontriamo così le figure storiche di Pietro di Giovanni Olivi, l’esponente principale degli Spirituali, che nel 1287 fu inviato a Firenze come lector di Teologia presso lo Studium di Santa Croce, e di Ubertino da Casale, l’inquieto frate che fu lector di Teologia nello Studium insieme a Pietro di Giovanni Olivi. Conosciamo, con un caratteristico saio grigio, un tempo indossato dai Minori Conventuali (altrove Greyfriars), il Maestro dei novizi (un frate che assisteva anche alle attività delle confraternite), visto che Santa Croce ospitava anche un Noviziato.
In questo ‘viaggio’ nel tempo si ricordano le motivazioni storiche che hanno portato i Francescani, poi denominati ‘Conventuali’, a prendere dimora, stabilmente, nel quartiere di Santa Croce e a far costruire, infine, la più grande chiesa francescana: questa poteva avere annesso uno Studium, in cui si insegnavano la filosofia, la teologia e le materie bibliche, una scuola dove si potevano apprendere le arti del trivium e del quadrivium, una preziosa e ricca Biblioteca (incamerata dallo Stato con le soppressioni degli ordini religiosi nel XIX sec.).
Si racconta di come fu affidato ai Francescani l’ufficio di inquisitori, con sede in Santa Croce, accettato più per dimostrare che si poteva combattere l’eresia catara con lo stile di vita umilissimo, ma non nel disprezzo dell’esistenza umana e delle cose terrene, a cui san Francesco aveva dato, invece, nuova luce e santificato.
Si affronta l’aspetto della devozione laica in Santa Croce iniziando da Dante Alighieri, forse Terziario francescano e certamente studente in Santa Croce, come lui stesso afferma (Convivio II, xii, 7): Così il Sommo Poeta potrebbe aver tratto la sua concezione della Chiesa dallo ‘spiritualismo’ francescano.
Veniamo a sapere che gli scritti dell’Olivi saranno conservati nella Biblioteca dei frati per molto tempo, e nonostante l’iniziale censura, come sapeva bene san Bernardino da Siena che viene in Santa Croce per consultarli per le sue prediche fiorentine apprezzate da tanta gente comune.
Si descrivono quindi alcune delle tante confraternite laicali che avevano sede in Santa Croce, soppresse dal granduca Pietro Leopoldo nel 1785: associazioni con proprio statuto, i cui membri si riunivano per la preghiera comune e la penitenza, ma anche per attività di istruzione religiosa e formazione spirituale. Un piccolo chiostro (il più antico di Santa Croce) posto nel retro della Cappella de’ Pazzi, fungeva da ingresso per quelle di Santa Maria Maddalena, di San Bernardino da Siena, dei Librai, di San Francesco detta ‘del Martello’.
Si chiarisce chi erano le ‘donne della penitenza’, le famose Pinzochere (via delle Pinzochere), la cui vita penitente si ispirava al modello della beata Umiliana de’ Cerchi, e come esse cercassero in Santa Croce una direzione spirituale in quanto la Chiesa era il principale punto di riferimento per quanti si ispiravano all’ideale francescano.
Ciascun personaggio contribuisce a ricordare l’importanza di salvaguardare questo luogo di cui i Francescani sono custodi da ottocento anni: grazie alla volontà di mantenere viva la memoria francescana, abbiamo oggi la possibilità di far sbocciare una nuova umanità, dove
“…la via da percorrere è sempre quella dell’amore,
la sola via che ha la forza di trasformare la conoscenza in comprensione… “.
L’intreccio della storia è inventato (Francesco, Elia, fra Bernardino, il Maestro dei novizi e la sua ‘profezia’) ed è un modo per ricordare, con soavità, fatti ed episodi legati non solo all’alluvione di Firenze del 1966, ma anche alla storia della spiritualità francescana in Santa Croce. Per il periodo dell’alluvione del 1966 sono raccontati gli avvenimenti come riportati nelle Memorie del Convento di Santa Croce 1965-1969 (Archivio Storico della Provincia toscana OFMConv). Nella scena ambientata in biblioteca, la riflessione che fa il protagonista sul suo concetto di lettura è preceduta da una frase (recitata da un attore e registrata) dell’allora soprintendente bibliografico, e noto semiologo, Giovanni Semerano (… non ci sono cieli vietati…).
UN ‘ANGELO’ IN SANTA CROCE. Viaggio teatrale all’interno della Basilica di Santa Croce ideato dalla Biblioteca di Santa Croce (OFMConv.), rappresentato da La Compagnia delle Seggiole.
Ideazione e testi: Novella Maggiora, Biblioteca di Santa Croce; Adattamento e messa in scena: La Compagnia delle Seggiole [Regia: Sabrina Tinalli; Costumi: Giancarlo Mancini; Realizzazione costumi: Pino Crescente. Interpreti: Fabio Baronti (Frate Bernardino), Andrea Nucci (Elia Martini / Francesco Martini), Luca Cartocci (Pietro di Giovanni Olivi), Raffaello Gaggio (Ubertino da Casale), Marcello Allegrini (Maestro dei Novizi), Massimo Manconi (Voce di Giovanni Semerano)].
N.B. In sala di lettura è possibile leggere il testo completo (Edizioni Città di vita, 2016) con i relativi riferimenti bibliografici e archivistici. In aggiunta alcune suggestive fotografie degli ambienti in cui si svolge la storia rappresentata.
Si ringrazia:
l’Associazione culturale Amici di Santa Croce, sostenuta dai Francescani, che organizza, promuove l’evento e ne consente lo svolgimento con la vigilanza del complesso come previsto dalla convenzione tra Comunità francescana di Santa Croce e Opera di Santa Croce (1°luglio 2010);
il Gruppo Fotografico Rifredimmagine per le foto scattate durante lo spettacolo (A. Pelagatti, G. Catalano, M. Fantechi).
Si ringrazia inoltre Paola Monteverdi per la gentile concessione dell’immagine elaborata della facciata della Basilica di S. Croce.