LA COMUNITÀ FRANCESCANA IN SANTA CROCE

LA COMUNITÀ FRANCESCANA IN SANTA CROCE

Contemporaneamente alla costruzione della chiesa fu portato avanti anche la costruzione del convento. Nel sec. XIV sorsero così la Sagrestia, il dormitorio, l’infermeria, la foresteria, il refettorio. Con la sospensione dei pubblici finanziamenti, a causa delle complesse vicende storiche nelle quali Firenze si dibatteva, toccò all’impegno dei frati evitare, per quanto possibile, la rovina di un monumento tanto insigne.
Questo primo convento vide l’affermarsi di una presenza francescana sempre più influente sulla vita dell’intera città. Ospitò personaggi illustri, quali i Legati Pontifici cardinale Matteo d’Acquasparta, già Ministro generale dell’Ordine, e Gianni degli Orsini. Servì da dimora e da quartiere generale al Duca d’Atene. Conobbe grandi calamità, quali l’alluvione del 1333 che causò i primi irreparabili danni al sui archivio e il grande incendio del 1423 che distrusse completamente il dormitorio. In esso furono convocati i Capitolo Generale dell’Ordine nel 1365 e nel 1387.
Dopo l’incendio del 1423 prese il via una generosa gara di ristrutturazione degli ambienti conventuali. Si ricostruisce il dormitorio ed anche la biblioteca; sorgono ex-novo la Cappella del Capitolo o Cappella Pazzi, il secondo grande chiostro e il noviziato. Partecipano a questa seconda fase della costruzione, oltre al Comune, le ricche famiglie Spinelli, dei Medici, dei Pazzi. Grazie a questi interventi il convento raggiunse, sul finire del sec. XV, il massimo della estensione e importanza..
Momenti di gioia ed eventi funesti si avvicendarono anche nella lunga e gloriosa storia di questo secondo convento. Esso ospitò il Sommo Pontefice Eugenio IV. Era sede dello Studio Generale dell’Ordine, uno dei più prestigiosi d’Europa. Vissero qui ed insegnarono tre futuri papi dell’Ordine Francescano Conventuale e con essi numerosi teologi, filosofi, letterati, storici e scienziati che fecero in questo complesso uno dei più prestigiosi centri della cultura. Trentadue religiosi, formati in questa scuola, furono innalzati alla dignità episcopale, nove furono Generali dell’Ordine e due Vicari Apostolici. Tra queste mura furono convocati i Capitoli generali del 1449, del 1467, e del 1565.
Momenti funesti: nel 1512 cadde, a causa di un violento temporale, il campanile a vela che causò gravissimi danni al tetto della chiesa; nel 1557 si registra un’altra funesta inondazione dell’Arno che distrusse praticamente l’Archivio; nel 1567 inizia la ristrutturazione vasariana della chiesa;  il 28 marzo 1765 cade rovinosamente gran parte del tetto della chiesa a causa della incuria dei pubblici poteri. Numerose scorribande soldatesche hanno violate queste mura, tra le quali resta tristemente famosa quella del 1529 che costò alla chiesa la perdita quasi totale del suo tesoro liturgico. Nel secolo XIX due brutali soppressioni si abbatterono su questo convento; il 4 novembre 1966, infine, registriamo l’ultima, drammatica, inondazione dell’Arno.
Nell’operosità, nella creatività, nel messaggio evangelico dei frati francescani, il popolo fiorentino continuò e continua a sentire la presenza di Francesco. Ed anche oggi i Francescani.
La presenza di numerose tombe e di sepolcri monumentali sottolinea in modo particolare in questa chiesa il tema della morte, già mirabilmente espresso da Giotto nella scena della Morte di San Francesco (cappella Bardi); essi esprimono l’importanza del ricordo dei valori civili, unitamente alla speranza cristiana nella vita eterna e nella forza della preghiera di suffragio che unisce i morti ai viventi per la comunione dei santi.

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