Biblioteca di Santa Croce in Firenze, presenta:

Locandina Laudario c3

Il Laudario di Cortona.
Facsimile e studio critico di Marco Gozzi e Francesco Zimei
Volume 1: Facsimile
Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2015
Collana «Venite a laudare: studi e facsimili sulla lauda italiana, 1»
Tra il X e il XII secolo il fine delle numerose confraternite laicali era quello di lodare Dio con la preghiera, la penitenza, il canto collettivo. Nel XIII secolo questa forma di espressione della vita contemplativa diventò, con i Francescani, un mezzo di predicazione mediante la figura del giullare, riscattata e trasformata in uno strumento divulgativo della parola di Dio. Alle forme di devozione tradizionali si unì un mezzo espressivo più vicino ai fedeli che utilizzava la lingua volgare. Queste canzoni popolari di carattere spirituale, dette Laude, iniziarono ad essere soprattutto cantate all’interno delle compagnie dette ‘dei Laudesi’: la plausibile esigenza di uno scambio di repertorio indusse a comporre delle raccolte, tanto che alla metà del Duecento, da semplice canto devozionale, la lauda diventò esempio della più spontanea arte popolare religiosa.
Delle circa duecento raccolte giunte a noi, solo due contengono, oltre ai testi, anche le melodie: il Magliabechiano II.I.122 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e il Codice 91 della Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca di Cortona. Dei due il Laudario di Cortona rappresenta la più antica raccolta conosciuta di canti in volgare italiano e rispecchia la lauda nella sua forma più pura. Una testimonianza, quindi, di estremo rilievo per la storia della musica e della cultura italiana ed europea, data la diffusione della lauda.
Oggetto di ripetuti studi e varie edizioni questo codice musicale è ancora in attesa di un’indagine codicologica, paleografica e storico-culturale sul territorio che ne delinei il contesto di appartenenza. Fino ad oggi, infatti, gli studiosi si sono concentrati sui repertori tramandati e non sui laudari in quanto tali, escludendo del tutto la loro funzione primaria: quella di essere un tentativo di emulare il codice liturgico. Fino a inserirvi la notazione che, in realtà, non era così fondamentale, non aveva stretti rapporti con la pratica. Indispensabile è quindi l’interpretazione che non può prescindere, pertanto, da un attento e approfondito studio del codice stesso, dell’ambiente in cui fu utilizzato, delle persone con cui entrò in contatto … .
Il codice è riprodotto integralmente, comprendendo quindi anche la sezione priva di melodie. Il volume è corredato di due apparati funzionali alla comprensione della struttura del manoscritto e al reperimento delle singole laude. A questo volume seguirà la pubblicazione di un secondo volume dedicato allo studio critico. Un attento studio che intende riportare l’attenzione su questo importantissimo codice, strumento della devozione medievale che mirava a far cantare per amore.
 I curatori

Prof. Marco Gozzi,marco

Docente di Musicologia e storia della musica presso il Dipartimento di lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Trento, di Paleografia musicale e Semiologia al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. Responsabile scientifico del progetto di digitalizzazione e messa in rete dei sette celebri codici musicali trentini del Quattrocento, con ampio database interrogabile, ascolti musicali e testi di corredo. Autore di monografie, studi, articoli e trascrizioni che riguardano la musica medievale e rinascimentale (tra cui il catalogo delle edizioni liturgiche della Biblioteca musicale Laurence Feininger sulla storia della musica in Trentino-Alto Adige), la lauda e il canto fratto. Nel quadriennio 2002-2006 è stato coordinatore nazionale del progetto interuniversitario di rilevante interesse nazionale raphael, cofinanziato dal Ministero, che ha studiato il canto cristiano liturgico italiano e il canto fratto.

s200_francesco_zimeiProf. Francesco Zimei

Musicologo di formazione interdisciplinare e fondatore dell’Istituto Abruzzese di Storia Musicale intorno al quale ha raccolto le personalità più qualificate nel settore della musica e della musicologia mettendo in primo piano a livello internazionale le attività dell’Istituto stesso. Docente e ricercatore, è autore di numerose monografie e saggi, specialmente su argomenti di musica antica. Come ricercatore si è dedicato principalmente allo studio della tradizione laudistica medievale nell’ambito delle confraternite abruzzesi, mettendone in evidenza alcune specificità in rapporto a quella dell’Italia centrale e settentrionale. Di particolare importanza le sue ricerche sulle fonti musicali con un suo noto contributo sui frammenti polifonici proto-quattrocenteschi di Rocca di Botte pubblicato sulla rivista «Studi Musicali» dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e con due articoli sul Laudario fiorentino di Santa Maria del Carmine.

feiningerIl gruppo vocale Laurence Feininger

Il gruppo vocale Laurence Feininger è nato nell’anno giubilare 2000 per valorizzare e far conoscere il repertorio sacro conservato nella Biblioteca musicale Laurence Feininger, che si trova presso il castello del Buonconsiglio di Trento, una delle maggiori biblioteche di musica liturgica esistenti al mondo. Il gruppo, che si occupa anche della riproposizione di musiche monteverdiane, ha prodotto e realizzato alcuni CD dedicati alle diverse forme di canto cristiano. Svolge intensa attività concertistica in Italia e all’estero.

Cantare per amore: la lauda italiana
La lauda è l’espressione del sentimento religioso popolare legato alle confraternite. Al 1785, solo nella Firenze all’interno delle mura, si contavano 251 associazioni di tipo laicale. Dopo la loro soppressione, i documenti furono assorbiti dal Patrimonio Ecclesiastico e per la maggior parte riuniti nell’Archivio di Stato di Firenze. Santa Croce ospitava la Compagnia di Santa Maria delle Laudi di Santa Croce, la Compagnia del Gesù, la Compagnia di San Bernardino da Siena, la Compagnia di Santa Maria Maddalena, la Compagnia di San Francesco, detta del Martello, la Compagnia della Natività di Maria Vergine o dei Librai.
Sopra le cruente contese tra guelfi e ghibellini si era levato un canto alla vita intesa come amore, alimentato dalla fede che vince ogni contrasto, un canto che univa gli uomini in un vincolo di fratellanza, abbracciando tutte le creature e ogni aspetto naturale: l’inno di san Francesco, una lauda radiante di sole.
Alcuni riferimenti

Barr Cyrilla, The monophonic lauda and the lay religious confraternities of Tuscany and Umbria in the late Middle Ages. Kalamazoo (Michigan): Medieval institute Western Michigan University, 1988 («Early drama, art and music, monograph series, 10»).

Cattin Giulio, Contributi alla storia della lauda spirituale: sulla evoluzione musicale e letteraria della lauda nei secoli XIV e XV, «Quadrivium», 2 (1958), p. 174-182.

Gozzi Marco, Sulla necessità di una nuova edizione del laudario cortonese, «Philomusica on-line», 9 (2010), n. 2, p. 114-74, DOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.9.790.   

Henderson JohnPietà e carità nella Firenze del basso Medioevo. Firenze: Le lettere, 1998.

Iacopone da Todi, Laude, a cura di Matteo Leonardi. Firenze: Olschki, 2010.

Liuzzi FernandoLa lauda e i primordi della melodia italiana. Roma: La Libreria dello Stato, 1935.

Papi Massimo D., Confraternite ed ordini mendicanti a Firenze: aspetti di una ricerca quantitativa. Roma: École française de Rome, 1977. Estr. da: «Melanges de l’École française de Rome», 89 (1977), p. 723-732.

Tue so’ le laude. Pregare con Francesco d’Assisi, a cura di Giuseppe de Bonis. Assisi: Edizioni Porziuncola, 1984.

Ziino Agostino, Aspetti della tradizione orale nella musica medievale. In: L’etnomusicologia in Italia: primo convegno sugli studi etnomusicologici in Italia, Roma, 1973, a cura di Diego Carpitella. Palermo: S. F. Flaccovio, 1975, p. 169-194.

Ziino Agostino, Laudi e miniature fiorentine del primo Trecento, «Studi musicali», 7(1978), p. 39-83.

 Info: bibliotecasantacroce@gmail.com